La storia dalle sue origini

Il filo della storia inizia in Corea del Sud, in una chiesa cristiana pentecostale. Il pastore Paul Yonggi Cho ebbe la geniale intuizione di creare dei piccoli gruppi, chiamati “cellule”. Era una persona molto carismatica e tramite le cellule la chiesa pentecostale di Seul conobbe una nuova rinascita dando origine a migliaia di cellule sul suo territorio.

Con il Concilio Vaticano II, voluto da Papa Giovanni XXIII, si è assistito ad un volto nuovo della Chiesa. D’ora in avanti l’evangelizzazione diventa compito di tutti e non solo riservato a pochi. Senza il Concilio Vaticano II non avrebbe potuto avere origine quella che viene definita la “Nuova Evangelizzazione”.

Un passo successivo, a distanza di dieci anni dal Concilio, è stato fatto da Papa Paolo VI con l’Esortazione Apostolica “Evangelii Nuntiandi”.  Essa è tuttora il documento base sul quale appoggia il Sistema delle cellule parrocchiali di evangelizzazione che evidenzia un duplice metodo: la testimonianza di vita e l’annuncio esplicito.

In quegli stessi anni il sacerdote Michael J. Eivers, della parrocchia San Bonifacio a Pembroke Pines, in Florida (USA), ha sentito parlare delle cellule in Corea del Sud e vi si è recato più volte per capirne il funzionamento. Il suo merito è quello di aver portato il sistema nella Chiesa Cattolica, riportando un enorme successo con l’espressione da lui coniata “una parrocchia in fiamme”.

La storia poi si ripete perché Don Piergiorgio Perini, sacerdote della parrocchia di Sant’Eustorgio a Milano, sente parlare del sistema delle cellule e nel 1987 si reca in Florida per conoscere questa “parrocchia in fiamme”. Implementando egli stesso questo sistema nella sua parrocchia, Sant’Eustorgio diventerà poi centro promotore internazionale per la creazione di altre cellule in tutte le parti del mondo.

Nella storia della Chiesa, il termine “Nuova Evangelizzazione” appare per la prima volta nel 1979, sulla bocca di Papa Giovanni Paolo II, durante un viaggio apostolico a Nowa Huta, in Polonia. Usò queste parole: “Abbiamo ricevuto un segno, che cioè alla soglia del nuovo millennio – in questi nuovi tempi, in queste nuove condizioni di vita – torna ad essere annunziato il Vangelo. È iniziata una nuova evangelizzazione, quasi si trattasse di un secondo annuncio, anche se in realtà è sempre lo stesso.” Specificherà nel 1983 che è “…nuovo nel suo ardore, nei suoi metodi e nelle sue espressioni.”

Nel 2010 Papa Benedetto, istituisce il “Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione”. Il presidente, Mons. Rino Fisichella, dopo l’approvazione provvisoria delle Cellule parrocchiali nel 2009, porta al riconoscimento ufficiale del sistema da parte della Chiesa universale nel 2015 con l’approvazione dello Statuto e la benedizione di Papa Francesco.

Nel 2013, Papa Francesco pubblica l’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” mettendo l’accento sull’urgenza di “una pastorale di conversione” e di una “trasformazione missionaria della Chiesa”, a conferma di quanto le Cellule parrocchiali di evangelizzazione stanno compiendo da decenni.

Possiamo quindi dire che le Cellule parrocchiali di evangelizzazione non sono dei gruppi “esotici” al margine delle parrocchia, ma sono nel cuore della Nuova Evangelizzazione e della Chiesa Cattolica.

Le cellule parrocchiali in Svizzera

La costituzione del progetto delle cellule come nuova scuola di evangelizzazione in Svizzera risale al mese di novembre del 2013. Don Gabriele Diener, dopo aver partecipato, l’anno precedente, al congresso internazionale che si tiene a Milano ogni anno, ha deciso di sperimentare il sistema anche nella sua parrocchia. Attualmente ci sono una decina di cellule tutte situate nel Luganese, in Ticino.

Il desiderio è quello di poter coinvolgere altri parroci della diocesi di Lugano e portare questo progetto pastorale anche in altre diocesi svizzere.